Rimirar le stelle


In questi giorni di calura insopportabile mi ritrovo il più spesso possibile seduta nella sdraio in balcone a fissare il cielo sperando di vedere il fresco scendere dallalto... o altrimenti detto "in coma totale da mancanza di sonno e eccesso di caldo"... ma è la stessa cosa.


Sopra di me, in questa stagione brilla il triangolo destate: Deneb, Altair e Vega, le tre stelle più brillanti del cielo estivo. Se mi impegno un pochino riesco anche a vedere le costellazioni dellaquila e del cigno, di cui rispettivamente Altair e Deneb fanno parte. La costellazione di Vega, la lira, invece, posso anche lasciarla perdere.


In città linquinamento luminoso è tale che a guardare in alto di notte non vedi una coltre nera trapunta di stella, ma una roba grigio opaca, con qualche bagliore qua e là. E triste!


Io ho imparato a guardare le stelle sotto un cielo che era nerissimo. Nessuna luce lo scalfiva dalla Terra. E a guardare in alto ti girava la testa da quante stelle potevi vedere. Ti sentivi piccolissima, un puntino più infinitesimale della più piccola delle stelle che da lassù brillavano e pulsavano nei cieli estivi. La Via Lattea era una vera e propria autostrada nel cielo: un pavè di brillanti mattoncini.


E io, ragazzina, con la pila puntata sul mio libricino e il naso allinsù scoprivo le mappe celesti. Scoprivo Andromeda, Pegaso e Cassiopea. Il Dragone e Lira, Boote e i due Carri... ammiravo la stella Polare e fissavo con attenzione le stelle doppie del Carro Maggiore cercando di vedere che davvero erano due.


E intanto scoprivo che i cartoni animati non avevano inventato nessun nome, semplicemente avevano rubato a piene mani dal cielo stellato.


E ripassavo tutta la mitologia greca che ho sempre adorato...


Adesso invece, ho questo cielo insulso e cittadino. Lo guardo sconsolata e sogno di potermene andare di nuovo in un luogo senza luci, come potevo fare per 3 mesi allanno in estate da ragazzina.


Sogno una notte di San Lorenzo sdraiata in un prato con il naso in sù a fare incetta di stelle cadenti...


Chissà quando potrò realizzare un sogno così banale, ma in fondo discretamente lontano dalla mia attuale portata...


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