Cito a memoria...


"incomincia dallinizio, vai avanti fino alla fine e, quando sei arrivata alla fine, fermati"


Cito appunto a memoria da Alice nel paese delle meraviglie. E una frase che ho sempre amato e ogni tanto mi piace tirarla fuori.


Stamattina mi è venuta in mente mentre ragionavo sullautore che sto scoprendo in questi mesi: Neil Gaiman.


Prima di arrivare in ufficio ho letto le ultime 2 facciate di American Gods e poi mi sono letta anche i ringraziamenti finali.


Mi piace sempre leggere i ringraziamenti finali, mentre di solito odio leggere le introduzioni, almeno odio leggerle prima di aver iniziato il libro. Diciamo così: lintroduzione ha il difetto di impedirmi limmersione immediata nella lettura vera e propria, mentre i ringraziamenti mi lasciano lillusione che il libro non sia ancora finito, ancora qualche riga prima di abbandonarlo...


La maggior parte dei ringraziamenti è banale: una lista di nomi che a te che leggi non dicono niente. Chi è sta gente? boh... chissenefrega...


Gaiman ho notato è diverso. Leggere i suoi ringraziamenti è una goduria.


Pur sapendo che era unillusione, fino ad oggi ho avuto nella mia testa lidea di un libro come di una "cosa" che inizia, si sviluppa e, bene o male, finisce. Ma un autore raramente inizia a scrivere un libro dalla prima parola e lo elabora frase per frase fino alla fine. Lasciando perdere i non piccoli dettagli delle correzioni, un libro viene nella realtà scritto a puntate sparse, così come sono sparsi i ciak di un film. Magari la prima cosa scritta è la scena finale... o un "anonimo" capitolo nel bel mezzo del racconto...


Con Gaiman ho avuto modo di rendermi conto di quanto sia "vivo" un libro, di come cambi, si evolva, cresca via via. E questo grazie ai luoghi in cui allautore viene più o meno facile scrivere e grazie allinterazione con altre persone. Gaiman non ringrazia Tizio, Caio e Sempronio in una lista semplice e basta. No, lui ringrazia il sig. Pinco perchè lo ha ospitato a casa sua, poi ricorda che quel passaggio nel libro è migliorato perchè un giorno ne ha parlato con Tal dei Tali e lui lo ha aiutato suggerendogli questa o quella soluzione. E poi la musica: già lo vedi nei suoi libri quanto sia importante per lui, ma anche nelle note di ringraziamento cè sempre un accenno alla musica, agli artisti...


Anche per correttori, editori, manager e via dicendo ha parole specifiche e non buttate lì.


Al di là dei libri, che sto apprezzando molto, da queste piccole note sto scoprendo un lato umano dello scrittore che di solito non si legge. Sembra molto attento nei particolari della vita sua e del libro, molto sensibile nel volerli riportare fedelmente, come se sentisse il bisogno di far sapere a noi lettori che non è tutta sempre farina del suo sacco, ma cè anche un pizzico di sale dato da questo o quel personaggio.


Non so, mica mi ritengo unesperta, però a parte i ringraziamenti per le ricerche storiche o comunque specialistiche; a parte i ringraziamenti ai familiari per la "sopportazione" (evidentemente vivere con gli scrittori deve essere dura, se sempre immancabilmente lo scrittore ringrazia la famiglia per questo); a parte le parole di circostanza, per carità sicuramente meritate, ai collaboratori... di solito di più non si legge nei ringraziamenti.


Diciamo che i ringraziamenti di Gaiman fanno il paio con le note biografiche di Pratchett (che si scrive da solo e ogni volta sono una risata garantita): non per niente si conoscono, hanno scritto insieme e... nelle note di American Gods mi sono trovata tra i tanti un ringraziamento a Pratchett perchè in aereo andando non so dove ha aiutato Gaiman a risolvere un qualche inghippo di trama...


Mi piace vedere i "dietro le quinte", li ho sempre adorati, ma i dietro le quinte dei libri sono così rari!


Commenti

  1. Se non li hai letti ti consiglio i libri di Nick Hornby. Ne ho parlato spesso nel mio blog...

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